La storia
Questi quintali di carta stampata sono una raccolta, ora casuale, persino talvolta scampata alla discarica, ora programmata, di preziosi prodotti cartacei, frutto dell’attenzione di una vita (e non è finita qui) a uno dei miei grandi amori, l’”Arte grafica”, espressa nelle sue infinite tecniche espressive, forme e applicazioni.
E’ un contenitore di passioni ed è esso stesso una passione. Un percorso che parte da bambino, da quando il mio Maestro delle allora Scuole Elementari disse a mia madre “Suo figlio riesce bene in disegno; gli faccia frequentare la scuola grafica”.
Il mio percorso di passione vera partì da quelle parole e si sviluppò negli anni a seguire frequentando prima l’”Istituto Professionale a indirizzo grafico Angelo Rizzoli” di Milano e poi, nella stessa sede, l’”Istituto Rizzoli per l’insegnamento delle arti grafiche”.
Questi ultimi furono cinque anni di duro studio, ma appresi che cosa significava amare un lavoro, il mio lavoro, che non mi ha mai lasciato e che non ho mai lasciato e mai lascerò.
Tante e diversificate sono state le esperienze professionali, di studio e di insegnamento, di collaborazione con la Giustizia, sempre nell’ambito dell’ ”Arte Grafica”, della estetica, bellezza e tecnica impegnate a riprodurre un segno grafico, strumento indispensabile all’uomo per comunicare con tutti gli altri uomini.
Un filo rosso immaginario che collega tutti gli uomini fra loro, in una sola rete planetaria.
E intanto, in questi ultimi sessant’anni, raccogliere nel mio cammino tanti pezzi di carta organizzati a sistema di comunicazione, accantonarli, conservarli, catalogarli, ordinarli, spolverarli, mantenerli in ambiente adeguato, lontano dalla luce, pronti, un giorno, a diventare patrimonio comune a tutti, come tanti pezzettini di un cuore solo.
Sono molti i generi raccolti: si passa dai calendari alle stampe artistiche, a testi e pubblicazioni varie e testi scolastici di grafica e tecnica grafica, stampe che riproducono il soggetto “Madonna”, raccolte semestrali rilegate de “L’Illustrazione Italiana” e della “Domenica del Corriere”, spartiti musicali di fine ‘800 fino agli anni ’45 del secolo scorso, bustine per contenere lo zucchero, biglietti da vista, una biblioteca di edizioni di Vanni Scheiwiller, con il quale collaborai, di narrativa italiana e straniera, saggistica, storia, economia, religione, scienze, periodici di editoria varia, enciclopedie e copioni teatrali, per dirla in breve.
È un materiale vivo come le piante dalle quali deriva, un materiale magico, che si può produrre in fogli o in bobine, che si può colorare in tutti i colori, ruvido, liscio, lucido, opaco, di diversi pesi al metro quadrato, mai uguale a sé stesso, diverso da lato a lato, che si può stampare con diverse tecnologie e inchiostri, che si può piegare, cordonare, tracciare, fustellare, tagliare, incollare con colle diverse, accoppiare con altri mille materiali, usabile per tanti scopi: per stampe d’arte, libri, blocchi, quaderni, immagini sacre, figurine da raccolta, francobolli, album, calendari.
Da conservare bene: all’asciutto, lontano dalle fonti di luce, da non piegare, da non sporcare.Insomma, da trattare con amore.
E proprio su questa parola che voglio soffermarmi, prima di procedere: “patrimonio”.
Ogni patrimonio è un tesoro, una ricchezza accumulata nel tempo, tanti valori positivi in attesa di essere conosciuti e impiegati, resi pubblici, messi “a valore”, perché si moltiplichino di continuo i benefici che possono produrre, ma soprattutto il patrimonio è ciò che risiede nella mente e nel cuore umano, che si esprimono attraverso la creazione continua di valori immateriali e materiali, trasformabili in “beni comuni”.
Quindi anche in tutti i patrimoni che compongono questo “museo” sono leggibili quegli sforzi appassionati che tanti umani hanno compiuto per creare prodotti a stampa uno diverso dall’altro, per soddisfare bisogni tanto diversi.
Un “museo” in crescita
Come ogni creatura, anche questo “museo” continua a crescere, senza invecchiare. Magia pura. Proseguo con gli stessi criteri di sempre ad accumulare gioielli, anche se molti, per pura passione di donare, negli anni sono passati nelle mani di chi li sapeva apprezzare. Dipende anche da chi incontri nella vita.
Anzi ho già in mente di aumentare il numero dei “generi cartacei”: c’è solo l’imbarazzo della scelta. Poi ve lo comunicherò.
Lo avete già capito: all’attenzione di tutti.
Appassionati di arte e di arte grafica, di tecniche di stampa, docenti, studenti di ogni ordine e grado, persone comuni di tutte le età, disegnatori, pubblicitari, grafici, cartai, musei della stampa, illustratori, storici, esteti, amanti del bello, del teatro, della comunicazione a mezzo stampa, artisti, professionisti, collezionisti, amanti del libro d’arte e del libro d’artista, editori, registi, attori, fotografi e tutti gli altri….
Le curiosità di questo “museo” sono tante: edizioni fuori commercio (libri, calendari-strenna, la gloriosa “Rivista Pirelli” degli anni ’70, riviste grafiche, pubblicazioni di tecniche grafiche), le copertine artistiche di periodici di Teatro degli anni ’40 e ’50, tavole da disegno della costruzione a mano del carattere da stampa, e tanto d’altro che riveleremo ai virtuosi curiosi che verranno a mettere il naso.