Autore, ricercatore, letterato, editore, artista, collezionista di opere d’arte, la Sua casa era un museo, curatore di mostre allestite in Italia e all’estero con l’immenso patrimonio familiare e personale, giornalista, curava rubriche su quotidiani, professore universitario, grande uomo di cultura, amico personale di una quantità smisurata di poeti, autori, artisti, letterati, grandissimo lavoratore, lavorava sempre, finissimo pensatore, umanissimo umano, fino al midollo, un bambino adulto al quale si doveva solo voler gran bene, ora struggentemente ingenuo, ora uomo molto accorto.
Un editore straordinariamente prolifico, che diceva di sé: “Faccio più collane che titoli” e che produceva centinaia di titoli all’anno.
La storia delle case editrici di famiglia e Sue furono una leggenda.
Diceva: “Faccio i libri per i miei amici”: tirature limitatissime, da amatore, una distribuzione ridotta, spesso portava nella Sua valigia i libri che poi distribuiva alle librerie.
Una cura maniacale nella scelta dei materiali, delle soluzioni grafiche, dei tipi di caratteri, delle fotografie, dei documenti originali da riprodurre, degli artisti-amici-tipografi, fra gli ultimi artisti-tipografi sulla piazza negli anni ’80 del secolo scorso.
E’ con Vanni Scheiwiller, con quest’uomo geniale, che ho avuto la gioia e la fortuna di collaborare come consulente tecnico di stampa per alcuni anni.
Lo incontravo di solito presso la sede della casa Editrice o a casa Sua, a Milano, la mattina presto, per rimanere tranquilli alcuni minuti, poi alle otto cominciava a ricevere telefonate.
Era una interruzione continua, ma non perdevamo mai il filo.
Passavamo da un argomento all’altro con la velocità del fulmine.
Tutto era rapido, frenetico, tumultuoso.
Alla fine dell’incontro rischiavo di portar via alcune delle Sue infinite carte che rivestivano la Sua scrivania.
Anch’io dovevo stare attento a Lui, rapido e distratto nel mettere nella Sua borsa l’ultimo preventivo che Gli avevo appena spiegato.
Non si poteva non trovare un’intesa immediata e duratura con Lui.
Non alzava mai la voce, odiava le urla, come me. Ottimista, cercava sempre, trovandola, da solo o insieme a te, la soluzione a tutti i problemi.
La Sua intelligenza era troppo grande.
Ogni volta che ci incontravamo mi regalava una copia degli ultimi nati.
Mi gonfiava sempre la borsa.
Ho riempito alcuni scaffali della mia libreria, del mio “Museo in casa”.
Di questi libri Vi posso raccontare la fiaba che li ha fatti nascere.
Di seguito il catalogo dei libri che ho ancora da me. Molti li ho regalati a chi amava Vanni e la Sua arte.
Aire nuestro – Jorge Guillèn
Arteria – Guido Zavanone
Camillo Sbarbaro - Immagini e documenti - A cura di Domenico Astengo
Concabala – Mario Grasso
Il Sirventese e le canzoni – Arnaut Daniel
Ineditos – Salette Tavares
La canzone del polistirene – Raymond Queneau
Lamento di Bernabò Visconti – Maria Pia Musatti
La stanza – Guido Ballo
L’è el dì di mort. Alegher! – Delio Tessa
Madrigali – Silvio Craviotto
Mosaici – Francesco Messina
Rapporto dalla città assediata – Zbigniew Herbert
Sonetti maestosi e sentimentali – Gian Piero Bona
Tregua appartata – Mario Becchis